Le prime testimonianze scritte sul vitigno della Spergola risalgono al XV secolo, quando Bianca Cappello, Granduchessa di Toscana, lo descrisse come uva “alata”, per il fatto che i grappoli principali sono sempre accompagnati da un grappolo più piccolo, simile ad una piccola ala.

Il nome Spergola infatti designa sia il vino che il vitigno autoctono di origine ultracentenaria da cui è ottenuto. Varietà tipica dell’area circostante Scandiano, i grappoli si caratterizzano da acini piccoli e buccia verde-giallo.
Nel Rinascimento, la Spergola era una bevanda piuttosto nota, servita ai sontuosi banchetti della corte Estense e dei signorotti locali. Tuttavia, nel corso dei secoli, probabilmente in seguito a condizioni climatiche sfavorevoli, il vitigno della Spergola divenne una varietà quasi dimenticata, presente tutt’al più come pianta selvatica.

Solo di recente, grazie allo straordinario impegno da parte di quattro aziende vitivinicole unite nella Compagnia della Spergola, questo vitigno è stato riconosciuto come Denominazione Comunale (De.Co).