1) Come nasce la tua passione per la pizza?

Io sono nata dentro questa passione per la pizza, letteralmente. Sono la seconda di quattro fratelli, figli di Antonio Tarallo, nipote di Speranza e Francesco Tarallo.
I miei antenati arrivarono in Brasile da Napoli nel 1958, e qui, a San Paolo, si stabilirono, portando quello che sapevano fare: le pizze di Napoli, insieme ad alcuni primi piatti di pasta tipici.

Questo genere di pizza che i miei familiari iniziarono a fare fu un’innovazione per San Paolo. In poco tempo, la famiglia si spostò in una casa più grande nel quartiere italiano conosciuto come “Bixiga”, dove ancora oggi possediamo la nostra attività più antica, in via XIII maggio. Io e i miei fratelli siamo nati proprio in quella casa e lì passammo i primi anni della nostra vita, con i sughi della zia Speranza tutti i giorni, trascorrendo la nostra infanzia tra i tavoli del ristorante e naturalmente lavorando la pasta della nostra pizza. Eravamo sempre al ristorante. Abbiamo passato la nostra infanzia mangiando nella cucina della pizzeria. Ogni giorno una festa.

La pizza è nel nostro sangue e nella storia stessa della mia famiglia. Nel 1979, mio padre inaugurò una seconda attività della “Speranza” a San Paolo, nel quartiere Moema, avendo costruito un palazzo per abitarci come famiglia, esattamente sopra la nuova pizzeria. Lasciammo la casa in Bixiga, ma la “Speranza” continua anche là ancora oggi. Cominciammo a vivere nel quartiere Moema, dove viviamo ancora oggi sia io sia i miei fratelli, con i nostri rispettivi coniugi, i nostri figli e i nostri nipoti.

2) Se dovessi descriverti in una pizza, quale sceglieresti?

Penso sarei la “Margherita”, per tante ragioni. Rappresenta la cultura e la storia di Napoli, che ho imparato a rispettare e ad amare. Inoltre, la “Margherita” è la nostra pizza più famosa e più amata, che la mia famiglia ha introdotto nella cultura gastronomica brasiliana. È la pizza che ha ricevuto, e riceve ancora oggi, più riconoscimenti. La “Margherita” è la nostra identità, la mia identità. Inoltre, con i suoi aromi freschi e i suoi sapori sinceri, è un costante invito per i nostri clienti, sia quelli abituali che ci accompagnano da decenni, sia quelli nuovi, che con soddisfazione conquistiamo ogni giorno, in questa immensa città di San Paolo riconosciuta a livello mondiale per le sue pizze. Infatti, io stessa mi identifico con questo compito, quello di anfitrione, di essere sempre disponibile a ricevere persone, di creare momenti ed eventi conviviali nella nostra casa. Sì, mi ispiro alla “Margherita” e mi identifico perfettamente con essa.

3) Tradizione o innovazione. Cosa scegli per realizzare le tue pizze?

Io scelgo la tradizione. Proprio la “tradizione napoletana” è stata, ed è ancora oggi, artefice del nostro successo. Mantenere questa tradizione con la stessa qualità, da ben 56 anni, è la nostra costante sfida.
Questo non significa che non abbiamo pizze con ingredienti più contemporanei. Anzi, creiamo pizze che si sposano al meglio con i gusti dei nostri clienti, ma le basi e le regole fondamentali sono le stesse che utilizziamo per quelle più classiche. Stessa pasta, stessi ingredienti di alta qualità, stessa tecnica con lo stesso spessore, lo stesso forno e gli stessi sughi base. Le nostre pizze trovano identità nella tradizione napoletana. Abbiamo indubbiamente scelto la tradizione.

4) Parlaci della tua pizzeria, Com’è nata e quali sono i sono i progetti futuri?

Come accennato, le nostre pizze sono nate a Napoli. Qui in Brasile, la mia famiglia iniziò la propria attività cominciando dalle pizze più classiche, come la Margherita, la Napoletana, la Mozzarella. I miei antenati importarono in Brasile anche il “Calzone”, che ancora oggi facciamo allo stesso modo. Innovarono portando tradizione.
Importarono anche il “Tortano”, il genuino pane di salsiccia napoletano, che continuiamo a fare allo stesso modo; ha da sempre avuto un gran successo, e ancora oggi è una delle nostre icone. A poco a poco, mio padre introdusse nuove pizze, per ampliare il menù e soddisfare le esigenze dei clienti – che all’epoca, a metà degli anni ‘60, contavano già un centinaio ogni sera.
Ma le novità erano solo su richiesta, ossia, non cambiammo mai l’identità alla base della nostra pizzeria “Speranza” e le regole napoletane nel fare la pizza. I sapori tradizionali, oltre a quelli citati sopra, hanno sempre fatto, e fanno tuttora, il successo delle nostre due pizzerie, come la pizza “Calabrese” e quella alle “Acciughe”.
Nel 2010 abbiamo inserito nel menù la “Verace Napoletana”, fatta esclusivamente con ingredienti napoletani certificati secondo le regole dell’Associazione Verace Pizza Napoletana”. Così, siamo diventati la prima pizzeria in America Latina a conquistare il certificato da questa associazione, che certifica la veracità della pizza napoletana in tutto il mondo.
Nel 2011, abbiamo ricevuto un riconoscimento per il nostro contributo nel divulgare la pizza napoletana nel mondo, direttamente dal presidente dell’A.V.P.N., che fece visita alla “Speranza” durante il suo primo viaggio in America Latina.
Abbiamo grandi piani nel 2015 per la nostra pizza verace, tra cui quello di ampliare e promuovere la nostra presenza come “Casa Naturale della Pizza Napoletana a San Paolo”. Cominceremo il 2015 inaugurando una nuova sede della “Speranza”, nella zona nord della città, dedicata al servizio a domicilio, con gli stessi standard di produzione e lo stesso concetto di qualità, ai quali facciamo sempre riferimento.

5) Qual è la pizza preferita dai tuoi clienti?

Senza dubbio la “Margherita”, la nostra pizza più rappresentativa e più premiata.

6) Pensi mai di tornare in Italia?

Sono nata qui e il Brasile è il mio paese. Ma… appena riesco vado in Italia! Mantengo costantemente contatti con la parte della famiglia che vive ancora oggi in Italia. Mio padre arrivò qui in Brasile ancora molto giovane, e così come la zia Speranza, sentiva nostalgia dell’Italia e della parte di famiglia da cui si era separato. Ma allo stesso tempo, creò legami molto forti con il Brasile. Lo ha sempre amato e considerato il paese che ha accolto lui e la sua famiglia e dove sono nati i suoi figli e i suoi nipoti. Non ho mai visto in mio padre l´intenzione di tornare a vivere in Italia, ma molte volte ha organizzato viaggi perché tutti, insieme, conoscessimo l’Italia con lui. Teneva moltissimo che mantenessimo la cultura e la tradizione del suo paese.

Thanks to Speranza Pizzeria e Pizza World Show