Ideato con la più innovativa tecnologia, ispirato alle tradizioni e al territorio universalmente riconosciuto fulcro dell’eredità gastronomica dell’Emilia Romagna, “il Tagliere” porta in tavola una nuova e coinvolgente esperienza del cibo.

Questo dinamico utensile da portata è stato creato utilizzando la mappa topografica degli Appennini, la pianura di Reggio Emilia al di sotto, e il fiume Po. Celebrare specialità regionali – come il Parmigiano Reggiano, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, D.O.P. – servendoli sulle forme che hanno plasmato i sapori della “Food Valley” per centinaia d’anni.

L’edizione limitata de “il Tagliere” è stata creata in legno di ciliegio pieno – lo stesso vivo materiale usato nelle botti di invecchiamento dell’Aceto Balsamico Tradizionale. Date le variazioni nelle venature del legno, nessun “il Tagliere” è simile ad un altro.

Sia come oggetto artistico, tanto quanto come piatto da portata, “il Tagliere” e un nuovo modo di condividere le tradizioni, i ricchi sapori e i magnifici paesaggi dell’Emilia Romagna, con chiunque, in qualsiasi luogo del mondo.

1) Come è nato il progetto “Il Tagliere”?

Il progetto è cominciato come prototipo, che è stato progettato e sviluppato durante il primo anno di Food Innovation Program. Il prototipo e due versioni più rifinite – prodotte con l’aiuto di Atelier di Cucina – sono state presentate con altri progetti Food Innovation Program nell’ottobre 2015 nel padiglione Contaminazione – a cura di Stefano Micelli – alla Maker Faire a Roma.

2)In che modo il design si lega alla cucina tradizionale e al territorio?

Il design del “il Tagliere” è esattamente il territorio dell’Emilia Romagna. Le curve dinamiche sono state create usando una mappa topografica della regione Emilia Romagna – gli Appennini, sotto la pianura di Reggio Emilia e il Po sono tutti visibili.
Il pezzo si muove – rispetta e celebra la provenienza delle eredità gastronomiche del territorio. I contorni che hanno modellato i sapori della Food Valley per centinaia di anni. Ho immaginato il Tagliere esclusivamente come un utensile per i prodotti della nostra regione. Ovviamente non deve essere usato solamente per quello. A prescindere da come usi il Tagliere, evidenzia e combina i ricchi sapori e i bellissimi paesaggi dell’Emilia Romagna – in qualunque modo preferiscano.

Il Tagliere inoltre rappresenta la mia ricerca nell’adoperare il design per giocare con le esperienze culinarie “tradizionali”. Voglio usare le emozioni di base del design per creare esperienze culinarie che sembrano familiari, o che in qualche modo possiamo identificare ma che siano ancora unici, sorprendenti e deliziosi. Per esempio, il Tagliere consente di servire cibo tradizionale come Parmigiano Reggiano e aceto balsamico insieme in un modo nuovo.

3) E’ stato il tuo primo progetto legato al modo del food?

Ho lavorato nel mondo food per otto anni come dietista, ho giocato nel mondo food usando la scienza, la tecnologia digitale e i media tradizionali (come la produzione video o di materiali riguardo il cibo e la nutrizione). Negli ultimi tre anni ho cominciato a spostarmi sempre di più su progetti riguardanti il cibo, sulla nutrizione, sul design dello shopping e sull’educazione nutrizionale. Questo è il mio primo di segno di un prodotto.

Da quanto il Tagliere è una sorta di “progetto principe” dei miei studi, sono orgoglioso che mi abbia aiutato a lanciare il mio piccolo studio: HESTIA Design Lab, dove continuerò a provare a intersecare fra design, cibo, tecnologia e abitudini. Sto esplorando come le bellezze e i progetti di design stimolano la curiosità e ci ispirano a giocare con il nostro cibo – ed esperienze culinarie – in nuovi modi. Specialmente ( ma non solo!) se queste esperienze sono un bene per noi…

4) Quale materiale è stato utilizzato per realizzare “Il Tagliere” e perché?

Il piccolo lotto, la produzione originale del “il Tagliere” è stata fatta con legno di ciliegio perché è un prodotto locale ed è usato per fare le botti che invecchiano l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, DOP. Ho deciso di usare il legno (invece che la pietra o l’argilla) perché ci sono molte variazioni nelle venature del legno; due “il Tagliere” non sono perfettamente uguali. Il materiale del pezzo riporta a uno dei prodotti più tradizionali della regione (aceto balsamico). Ma onora anche le inevitabili variazioni (innovazioni?) che si verificano durante gli anni in ogni tradizione culinaria. Quanti leggeri “miglioramenti” hanno fatto le nonne reggiane negli anni alle loro ricette di erbazzone, cappelletti, o tortelli?

5) “Il Tagliere” ha coinvolto attivamente anche lo Chef Gianni D’Amato e Andrea Bezzecchi (Acetaia San Giacomo): qual è stato il loro ruolo e in che modo le loro esperienze hanno arricchito il progetto?

Sono stato fortunato a fare la mia ricerca sulle esperienze culinarie a Reggio Emilia, dove c’è un fantastico rispetto per le tradizioni culinarie regionali, ma anche il senso di allegria intorno ad esso. Ho incontrato Andrea, Gianni e Fulvia mentre ero al Food Innovation Program, e le loro esperienze e dialoghi riguardo il cibo che creano al Caffè Arte e Mestieri e all’Acetaia San Giacomo sono un perfetto esempio di quel rispetto e allegria.

Li considero innovatori che hanno dimostrato una via per arrivare alle emozioni e cambiare il modo in cui le persone parlano di cibo: progettano esperienze culinarie che sembrano familiari o che hanno elementi tradizionali che sono riconoscibili in qualche modo ma che rimangano icona unici, sorprendenti e deliziosi.

Io e Andrea abbiamo lavorato insieme a Roma al Maker Faire, e i suoi prodotti si sposano perfettamente con la storia che volevo raccontare con il Tagliere. Infatti Andrea mi ha aiutato ad affinare il modo in cui raccontare la storia dei prodotti tradizionali in una nuova maniera – quanto ho realmente bisogno di “tradurre” una storia riguardo al cibo? Quanto letterale ha bisogno di essere la storia per dare valore al piatto che verra servito sul Il Tagliere? Perché lui è un locale, Andrea ha una grossa conoscenza su cosa hanno bisogno e pensano le persone in Emilia Romagna, ma anche su cosa è interessata la gente che vive all’estero. Aiuta a formare un prodotto che permette alla gente di celebrare un’esperienza culinaria dell’Emilia Romagna ovunque essi siano.

Mi sono avvicinato a Gianni e Fulvia chiedendogli se pensavano che “il Tagliere” potesse avere posto nelle espressioni culinarie che loro creavano con i loro prodotti tipici usati in un nuovo modo. Gianni era molto interessato nell’usare il tagliere per raccontare la propria storia riguardo la creazione di una nuova eredità gastronomica con il Parmigiano Reggiano e l’aceto balsamico. Pensa che il Tagliare sia perfettamente adatto al processo creativo corrente dei ristoranti.

6) Come ha risposto la città al progetto?

La risposta è stata sorprendente.
Gianni, Fulvia e Andrea sono tra le più rappresentative personalità di Reggio Emilia su cui avrei potuto trovare per questo progetto. Hanno aiutato organizzando una serata per il lanciarlo, Tagliere con “esperienze”.
Appena prima di Natale, hanno tenuto un evento con più di 60 tra artisti, giornalisti, amanti del cibo, designers e persone della regione che si sono uniti per fare conversazione, l’interpretazione di Gianni servita sul il Tagliere, bevande e buona musica all’Ars Vivendi studio (grazie a Cesare Ferrari). Ho presentato 25 edizioni limitate del “il Tagliere” con l’autografo dello chef Gianni D’Amato.

Abbiamo trascorso una serata parlando della tradizione, dell’innovazione e del food design. Come Cesare (Ars Vivendi) lo descrive: “il risultato di questa iniziativa sinergetica sia stato apprezzato e, soprattutto, abbia sensibilizzato ulteriormente tutti i presenti sulle “qualità” del nostro territorio. Il “sigillo” che Hildreth ha presentato, è la naturale evoluzione di quella ricerca che ognuno di noi, nella propria attività, manda avanti quotidianamente, parlo appunto di ricerca, tradizione, cultura e, consentitemelo, …estasi dei sensi.”

7) Quali saranno i passi successivi de “Il Tagliere”?

Per ora mi sto divertendo a vedere le risposte che le persone hanno alla presentazione del cibo sul “il Tagliere”. Questo pezzo è il primo di una serie che celebra l’ampiezza della cucina regionale dell’Emilia Romagna e può incorporare di più della sua topografia, e dei prodotti tipici di ogni pezzo di terra. Da quando il cibo e le tradizioni sembrando realmente cambiare nel raggio di pochi chilometri.
Sto analizzando anche come catturare in un modo qualunque l’esperienza di qualcuno mentre mangia dal tagliere, così che qualcuno possa “salvare” la loro esperienza con il tagliere in qualche modo – forse con un immagine digitale che tu puoi portarti a casa.

Grazie a Hildreth England.

Per le foto della serata clicca qui.