Una sera di 25 anni fa, stavo camminando per le strade vicino al porto di San Francisco, affamato e alla ricerca di un buon ristorante. Gamberoni, granchi reali, aragoste, scampi erano offerti in grandi quantità e di tutte le varietà. La cosa che mi sorprese di più era che in tutti i ristoranti pubblicizzavano una famosa specialità: “l’autentico Cioppino italiano”. Fino a quel giorno non avevo mai visto quel piatto. Questa cosa mi incuriosiva e così, mi avventurai in alcuni ristoranti per dare un’occhiata ai menù. Subito realizzai che la specialità tanto pubblicizzata era una zuppa di pesce, così, ancora più incuriosito decisi di sedermi e ordinare questa misteriosa specialità. 
La specialità consisteva in una zuppa di pesce stracotta con un sugo di pomodoro dolce e denso, guarnita con un granchio, mezzo gamberone e tre gamberetti. 

Il tutto era accompagnato da crostoni di un pane bianco pseudo-artigianale insipidi e spessi, una sorta di bruschetta toscana venuta male. 
Essendo stato cotto per troppo tempo, il sugo di pomodoro copriva totalmente il sapore del pesce.

Una buona zuppa di pesce è difficile da preparare. Un grande chef deve tener conto dei diversi tempi di cottura del pesce e la qualità del pomodoro utilizzata per il sugo. 

Nonostante non avessi mai sentito prima questa ricetta, scoprì che alla fine del XIX secolo, i marinai provenienti da tutta europa attraversavano l’oceano Atlantico e tutto il continente americano per stabilirsi a North Beach, vicino San Francisco: portoghesi, francesi, tedeschi, russi e molti genovesi e liguri. Insieme a loro in California arrivò il “cioppino”.
Le diverse disponibilità di erbe, di qualità di pomodori e di pesce, hanno modificato la ricetta della zuppa di pesce in qualcosa di più raffinato ma con meno sapore. 
La parola “cioppino” proviene dal dialetto ligure “ciuppin” e significa “tagliare, fare a pezzi”. 
Questa zuppa era consumata dai marinai e scaricatori di porto nelle taverne e nelle locande intorno ai porti liguri. Inizialmente la zuppa era preparata con i resti di pesce del giorno, piuttosto che le parti nobili del pesce che si usano oggi, e veniva insaporita con aglio, erbe, tutto sfumato con il vino rosso e con una lieve aggiunta di sugo di pomodoro, cotta direttamente in un tegame di terracotta e servita con fette di pane tostato. 
Cioppino potrebbe derivare anche dalla parola “ciupar” o “ciuppar” (inzuppare, immergere in dialetto genovese) e in questo caso farebbe riferimento al pane direttamene inzuppato nel tegame. Un altro indizio a riprova dell’italianità di questo piatto.

Tratto da Fettuccine Alfredo, Spaghetti Bolognaise & Caesar Salad di Maurizio Pelli.

Per info: The Culinary Clinic by Maurizio Pelli.