Siamo con Riccardo Felicetti del Pastificio Felicetti, tra i protagonisti dei Sofi Awards, che risponderà alle domande della nostra redazione e di alcuni dei nostri food blogger:

1) Qual è l’episodio che ha dato vita alla sua passione per il cibo?

Non credo ci sia un episodio particolare, ma una serie di concause che già da bambino mi hanno dato la possibilità di apprezzare non solo le materie prime, ma anche la loro preparazione e traduzione in cibo. Papà pastaio e nonna materna albergatrice hanno avuto una grande importanza nella mia educazione alimentare e nello sviluppo della mia passione per il cibo.

2) Se dovesse portare a cena un amico straniero che per la prima volta viene in Italia, quale piatto tipico gli consiglierebbe?

Non esiste un piatto che possa riassumere “IL” made in Italy nella sua interessa. Cucinerei un piatto di spaghetti e nel frattempo gli racconterei quello che nelle serate successive potrei fargli assaggiare.

3) A suo avviso, quale prodotto Made in Italy non è ancora sufficientemente conosciuto all’estero?

I prodotti Made in Italy sono sostanzialmente presenti e affermati. Probabilmente manca l’educazione al corretto utilizzo di questi prodotti. Questo non è ancora sufficientemente conosciuto.

4) Riguardo al fenomeno dell’Italian Sounding, quali potrebbero essere secondo lei le soluzioni per “combatterlo”?

Il fenomeno non è più arginabile. Si può limitare soltanto con l’affermazione del saper fare italiano e con la nostra capacità di far percepire le differenze al consumatore finale. Esercizio arduo, con risultati da misurare a lungo termine, ma gli unici a poterci salvare dall’omogeneizzazione dei “protocolli di produzione”.

Ecco le curiosità delle nostre food blogger:

5) Da oltre un secolo l’obiettivo dell’azienda Felicetti è creare qualità e lo persegue con la saggezza di aprirsi sempre a nuove sfide. In quest’ottica, quanto la ricerca e sperimentazione di nuove materie prime e l’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate incidono nella produzione dei vostri prodotti? (Rosalia Imperato)

Moltissimo: abbinare sviluppo tecnologico e ricerca agricola sono i cardini su cui si basano i nostri investimenti. Le materie prime devono rispondere a caratteristiche specifiche orientate alla soddisfazione dei nostri fruitori, mentre la tecnologia deve essere intesa come un esaltatore delle caratteristiche delle materie prime e non un mezzo per coprirne i limiti.

6) Quali sono le caratteristiche peculiari che contraddistinguono il marchio Felicetti dalla concorrenza? (Ale Gambini)

Semola, acqua di sorgente alpina, aria pura, tecnologia moderna, tradizione famigliare da 4 generazioni e competenze pastaie. Questi gli ingredienti. Simili a molti altri colleghi, ma mai uguali a loro.

7) Quali ritiene essere i mercati sui quali puntare nei prossimi anni? Quali in sostanza i Paesi che ritiene più aperti ad accogliere le eccellenze del Made in Italy?  (Rosalia Imperato)

Se sapremo far percepire il valore del “fatto in Italia”, non ci sono confini. Presidiare Nord Europa e Nord America sarà fondamentale. Sviluppare con l’emozione del mangiare italiano, ancor prima che dei prodotti italiani, in Oriente sarà di certo la chiave per rimanere sul mercato internazionale.

8) Secondo lei, perché la pasta ha assunto una connotazione così forte sul piano sociale e culturale per il paese italiano? (Irene Prandi)

Perché è un alimento conveniente, sano, sostenibile, di rapida preparazione e declinabile in centinaia di ricette in funzione degli abbinamenti del territorio. Globale e locale, facile ma al contempo ricercato, fantasioso ma rigoroso nel rispetto delle ricette tradizionali. Insomma: l’Italia in un piatto.

Grazie a Rosalia Imperato, Ale Gambini, Irene Prandi e Francesca Antonucci per la traduzione.