Abbiamo incontrato Gabriele Corcos, cuoco italiano negli USA, celebrità televisiva con il suo programma Extra Virgin sul canale Cooking Channel e autore di un libro di ricette dal medesimo nome. Gabriele è anche un eccellente imprenditore: The Tuscan Gun Officine è un negozio nel cuore di Brooklyn, dove potete trovare e assaggiare la vera Italia. A febbraio partirà il suo nuovo programma Extra Virgin Americana condotto insieme alla moglie, l’attrice Debi Mazar. Oggi risponderà ad alcune delle nostre domande.

1) Nove parole per presentarti.
Toscano, tradizionale, vivace, racconta storie, padre, marito, motociclista, insonne, aggressivo.

2) Qual è l’episodio che ha dato vita alla tua passione per il cibo?
Ho cominciato a cucinare per mio fratello più piccolo quando avevo 6 anni. Non ho mai smesso.

3) Che cosa facevi in Italia e perché hai deciso di partire?
Ero musicista e lavoravo a Firenze; durante la produzione di un disco ho incontrato Debi (che poi è diventata mia moglie) e l’ho inseguita a Los Angeles. Ora sono 15 anni che vivo negli USA.

4) Che cosa significa per te essere uno Chef italiano all’estero?
Per me la cosa più importante è mantenere vive le tradizioni della cucina contadina Toscana. Sono estremamente fortunato perché, grazie al mio show televisivo ed ai miei libri di cucina, mi sono creato una nicchia tutta speciale. Per gli Americani sono diventato un punto di riferimento ed un ambasciatore delle tradizioni culinarie del Bel Paese.

5) Qual è la ricetta italiana che più ti rappresenta?
Le ricette da sole non mi rappresentano, sono le storie che racconto durante il servizio che aggiungono sapore e romanticismo al mio lavoro.

6) I tre prodotti Made in Italy indispensabili per la tua cucina?
Olio d’oliva, Chianti e Parmigiano Reggiano.

7) Chi cucina a casa tua?
Che domande, io!

8) Qual è secondo te il più grande luogo comune degli stranieri sulla cucina/sul cibo italiano? 
La pizza e gli spaghetti, quanto mi fa arrabbiare il semplicismo di interpretazione della nostra cucina. Dall’altro lato cerco di non prendermela a male ma provo sempre in tutti i modi a sottolineare le sottili differenze della nostra cucina regionale che durante i decenni hanno dato luogo in America ad alcune aberrazioni e/o stereotipi della cucina Italiana.

9) Relativamente al fenomeno “Italian Sounding”, quali potrebbero essere secondo te le soluzioni per combatterlo?
Non esistono soluzioni, è un problema dilagante che fa leva sulla “non-conoscenza” del pubblico. Il mondo dell’advertising in America si crogiola sull’uso di terminologie sbagliate, un po’ stupide ed in generale totalmente fuorvianti allo scopo di vendere prodotti di tutti i tipi. È un gioco che faccio con le mie figlie al supermercato: cerchiamo prodotti che usano terminologie come “Italian” o “Tuscan”, gli facciamo le foto e li mettiamo online con una spiegazione più’ reale e veritiera. L’ultima che abbiamo trovato è stata la Pizza Tuscan: surgelata con gamberetti e provolone… sono diventato blu quando l’ho vista!

10) Tre parole per descrivere il cibo italiano all’estero
Quando è fatto bene: tradizione, melanconia e romanticismo. Quando è fatto male: inganno, cattiveria ed assolutamente non Italiano.

Grazie a Gabriele Corcos