Oggi incontriamo Davide Paolini, giornalista e conduttore radiofonico meglio conosciuto come il Gastronauta.
Conosciamo meglio il suo punto di vista e la sua passione per il cibo italiano.

1) Quale episodio ha dato vita alla sua passione per il cibo?
Non c’è un episodio in particolare ma probabilmente essere cresciuto in una famiglia che si occupava di carni, e quindi molto vicina alla cucina, ha fatto crescere in me questa passione. Gli studi che ho condotto, mi hanno portato in altri ambiti lavorativi, ma la passione per la cucina è sempre rimasta.

2) Se dovesse portare a cena un amico straniero che per la prima volta viene in Italia, quale piatto tipico gli consiglierebbe?
Da romagnolo, rispondo un piatto di lasagne verdi, ma da italiano farei assaggiare assolutamente un risotto.

3) Cosa manca al made in Italy per affermarsi all’estero?
Una valorizzazione dei produttori e delle produzioni. In questo paese ultimamente si pensa che per valorizzare il made in Italy sia necessario puntare sui cuochi. Made in Italy è il prodotto, non il cuoco.

4) A suo avviso, quale prodotto made in Italy non è ancora sufficientemente conosciuto all’estero?
Io credo che siano tanti.
Ad esempio, abbiamo oltre 300 formaggi che gli stranieri non conoscono. Per non parlare del patrimonio dei salumi, delle conserve. L’Italia ha ancora molto lavoro da fare.

5) Riguardo al fenomeno dell’Italian Sounding, quali potrebbero essere secondo lei le soluzioni per “combatterlo”?
Ho una posizione molto chiara su questo argomento.
L’Italian Sounding esiste perché esiste l’incapacità dei produttori italiani. L’Italian Sounding esiste perché c’è una domanda a cui i produttori italiani non rispondono con un’offerta concreta.

6) Secondo lei, quale potrebbe essere un format vincente per portare la cucina italiana all’estero?
Penso a “Spazio” di Niko Romito e ai format di Giancarlo Perbellini.
“Spazio” è unico nel suo genere e proprio per il suo approccio credo che possa essere molto forte all’estero.
I format di Perbellini sono invece tutti diversi tra loro, ma credo che abbiano un enorme potenziale anche sui mercati stranieri.