Quando Papa Eugenio IV ° proclamò il Concilio Ecumenico a Firenze per cercare di riunire la Chiesa d’Oriente con quella d’Occidente (separate a causa del grande Scisma), un suntuoso banchetto fu organizzato dalla famiglia Medici.

In quell’ occasione fu servito un vino liquoroso che il Cardinale Bessarione, vescovo di Nicea (Grecia), apprezzò profondamente, esclamando: “ma questo vino dolce è lo xantos”, a causa della sua somiglianza con un vino prodotto sull’isola di Xanthos in Grecia.

Chi lo ascoltava in quel momento pensò che il Cardinale intendesse dire che il vino era così buono da essere valutato un prodotto sacro, e quindi, da quel giorno in poi quel vino è stato chiamato Vin Santo.

Oggi, in tutta la Toscana, il Vin Santo si abbina spesso con il consumo dei dolci, soprattutto con gli angoli, i famosi biscotti di Prato. Mentre il Cardinale stava bevendo il Vin Santo stava anche mangiando un lombo di maiale arrosto che gli piacque così tanto che esclamò: “aristos”, che in greco significa: “il migliore” e dei Fiorentini presenti sul posto, pensando che stesse chiamando il piatto con il proprio nome, lo trovarono molto divertente e trasformarono questa parola in “arista” e ancora oggi, in Toscana, la lombata di maiale viene chiamata arista.

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