Filippo Romagnoli, è un mastro falegname Fiorentino famoso per le sue creazioni in tutto il mondo. 
Gli stampi per corzetti e i matterelli di Filippo, infatti, sono fatti a mano secondo la tradizione iniziata da suo nonno nel 1918. 
I suoi prodotti hanno spopolato sul sito Etsy e sono stati lodati dai migliori giornali enogastronomici americani, come ad esempio il Washington Post.

Dall’incontro con la nostra ambassador, Francine Segan è nata questa meravigliosa intervista.

1) Nove parole per presentarti. 
Fiorentino, intagliatore per tradizione familiare, appassionato di cucina italiana. 

2) Qual è l’episodio che ha dato vita alla tua passione per il cibo?
Sono cresciuto in una famiglia in cui si è sempre cucinato molto: la preparazione del pranzo della domenica, con le sue tante portate, ha da sempre attirato la mia curiosità. Non c’è niente di più bello di condividere un pasto con la famiglia e gli amici, vecchi e nuovi.  

3) Qual è la ricetta o il piatto italiana che più ti rappresenta? 
La pasta fresca fatta in casa: è molto semplice da preparare e piace a tutti.

4) I tre prodotti “Made in Italy” indispensabili per la tua cucina? 
La cipolla di Certaldo, perché sono fiorentino e non ne posso fare a meno; l’olio extra vergine di oliva delle colline intorno a casa mia; e ovviamente la pasta!

5) Chi cucina a casa tua? 
Cuciniamo tutti, anche i bambini, che adorano stampare i corzetti.

6) Qual è secondo te il più grande luogo comune degli stranieri sulla cucina/sul cibo italiano?
L’idea che esista una sola cucina italiana: in Italia infatti ci sono tante culture gastronomiche diverse, ognuna legata alla regione, alla città o al paese di origine. Se alcune ricette regionali sono ormai molto conosciute fuori dai confini italiani, come la carbonara o il tiramisù, altre devono ancora essere scoperte. Per quanto riguarda i formati di pasta, ad esempio, tanti piatti tradizionali della cucina regionale sono sconosciuti all’estero: i corzetti stanno piano piano diventando famosi, ma alcune ricette, come i vincigrassi delle Marche (una sorta di lasagne preparate con carne tagliata grossolanamente e non macinata) o i casunziei ampezzani (dei ravioli ripieni di ricotta e barbabietole rosse) sono ancora delle novità.

7) Relativamente al fenomeno “Italian Sounding”, quali potrebbero essere secondo te le soluzioni per combatterlo?
Proibire che i prodotti italiani tradizionali, come il gorgonzola, il parmigiano reggiano o la mortadella (questi sono solo alcuni dei più falsificati), possano portare questo nome anche se non sono stati prodotti in Italia. 

8) Tre parole per descrivere il cibo italiano all’estero.
Fusion, interculturale, creativo.

9) il tuo ruolo di portavoci del 100per100 italiano “Made in Italy”
Ho deciso di rincominciare a produrre gli stampi per corzetti quando mi sono reso conto che questa antica tradizione stava scomparendo. Credo che le tradizioni gastronomiche vadano preservate al pari della letteratura, perché fanno parte della cultura di tutti i giorni.
Nei miei stampi per corzetti e matterelli uso solo legno italiano e la produzione, dal disegno alla realizzazione, è interamente realizzata nel mio laboratorio in Toscana: l’intaglio è una delle arti che hanno fatto grande il Made in Italy nel mondo.

Grazie alla nostra italian food Ambassador Francine Segan per questa meravigliosa intervista.