I territori della provincia di Reggio Emilia si caratterizzano per la presenza delle pianure della Bassa e dei rilievi dell’Appennino Emiliano. Da tempi antichissimi, ancor prima dell’Impero Romano, tra le genti della montagna e gli abitanti delle pianure vigeva una sorta di tacito patto: cereali, legumi e verdure coltivate nei campi venivano scambiate con bestiame, castagne, uva e selvaggina di cui i boschi dell’Appennino abbondavano.

Un vero e proprio baratto che non solo garantì per secoli la sopravvivenza di queste popolazioni, ma permise anche la diffusione nella tradizione gastronomica popolare di ricette a base di selvaggina: volatili, cinghiali e soprattutto conigli.
Il Coniglio arrosto all Reggiana fa parte della tradizione gastronomica nostrana ed era cucinato soprattutto in campagna. Ogni famiglia usava allevare il proprio coniglio: se ne occupavano le donne che, al tempo, lo alimentavano con erbe e sementi. La ricetta del Coniglio alla Reggiana reca traccia delle sue origini antiche: prevede infatti che le carni dell’animale siano marinate a lungo, insaporite con bacche ed erbe aromatiche. Questo perché fino al tardo Medioevo la cunicoltura non esisteva e il coniglio era considerato alla stregua della selvaggina.

Guardando alla storia della cucina nazionale, il coniglio non figurava sulle tavole dei banchetti aristocratici, perché era considerato un animale poco pregiato ed è entrato a far parte della cucina cittadina solo circa 40 anni fa.

Thanks to Chef Andrea Medici, Osteria in Scandiano